John Carter

john carter

Un film da dimenticare.

Ecco ci qui dopo aver visto John Carter, film in anteprima il 7 marzo all’Arcadia ( Melzo ). Beh che dire, voto -5. Ultimamente vedo troppi film voler creare storie fantastiche su alieni, vite nello spazio e mostri fallendo miseramente. John Carter sembrava a prima vista un colossal, un nuovo Avatar su un nuovo pianeta: in realtà si è dimostrato un film indecente. Recitazione dei personaggi poco credibile e dialoghi già sentiti in centinaia di film fantasy. Con un buon intreccio, lo spettatore trova risposte ad alcune domande solo nell’ultima parte del film ma la storia  è sempre la stessa, vista e rivista. Molti eventi avvengono e si concludono in modo molto forzato e irrealistico, la stessa narrazione è spesso troppo lenta o troppo veloce. Scene epiche viste nel signore degli anelli vengono riproposte in pochi minuti e il personaggio centrale ne esce sempre vincente affrontando pochi pericoli.
Si percepisce dal film una permanenza di John sul pianeta rosso per pochi giorni ma a metà film sembra che il nostro eroe già conosca i suoi abitanti perfettamente, ricorda i nomi e interpreta la storia delle tribu come se le avesse studiate per anni. Il nono raggio non si capisce cos’è e la principessa riesce in mezza giornata a trovare la frase segreta per aprire il portale ( ma… non doveva sposarsi? ). In ogni modo gli effetti visivi, curati principalmente dalla Double Negative, sono assolutamente perfetti.
In alcune scene mi è sembrato guardare un cartone animato e ho tante domande senza risposte. Se john vola poichè più leggero, come mai è anche più forte? In teoria gli abitanti di marte dovrebbero essere più pesanti e quindi, come fa john carter a buttarli giù con un cazzotto? Consideriamo l’inverso,  John più pesante e i marziani più leggeri, perchè i marziani non saltano anche loro tanto in alto?  John nel film salta decine e decine di metri, addirittura trasportando persone. Anche gli abitanti di Hylium sono un altro elemento di disturbo, uguali agli esseri umani mentre la restante popolazione, scimmie e navii a due braccia.

Conclusioni.

Non è possibile creare un mondo e coinvolgere lo spettatore in sole 2 ore, un film per diventare epico ed emozionare davvero deve essere diviso in più parti e sopratutto è importante curare più dettagli evitando di far vedere stronzate: un uomo non può trovarsi su un pianeta e non essere sorpreso di vedere animali a piu braccia, non può neanche conoscere un intero popolo in 2 giorni e combattere senza gravità come  niente fosse. Gli effetti visivi rendono molto ma lo sforzo fatto per un film del genere non è paragonabile minimamente all’emozione creata nel pubblico.

Uno dei peggior film mai visti. Dedicato a Steve Jobs essendo la prima produzione Disney dopo la sua morte; sinceramente, però, dopo aver letto la biografia del ceo di apple, sono sicuro che a Steve non avrebbe fatto piacere un tal onore.

 

Immagini con Colori Indicizzati

Colori Indicizzati e CLUT.

La grandezza di una immagine RGB può essere ridotta notevolmente convertendo la stessa in una immagine con colori indicizzati. Il computer inizialmente fa una analisi di tutti i colori nell’immagine e ne sceglie soltanto 256, i quali sono i colori in media più utilizzati su tutta l’immagine. A questo punto, il software creare due “immagini”. Con 24 bit, in 3 canali, l’algoritmo crea una mappa di colori chiamata LUT ( Look-Up-Table ) contentente i precedenti 256 colori trovati; con un canale da 8 bit invece crea una mappa di indicizzazione: questa farà da quida per la ricostruzione dell’immagine definitiva. Ad ogni pixel della maschera di indice viene associato un colore della LUT. Il risultato finale è chiaramente una immagine con 256 colori invece di 16 milioni ma vista da una certa distanza il risultato potrebbe essere molto simile all’originale. Di certo, questo tipo di immagini indicizzate, chiamate anche CLUT ( color Look-Up- Table) sono adatte per il web e per target con un range di colore molto basso. Non sono adatte come autput per la stampa o per rappresentazioni in alta risoluzione. Il processo di CLUT può anche essere un procedimento senza perdita di qualità. Se le immagini sorgenti hanno meno di 256 variaizoni di colori, il risultato finale CLUT sarà più piccolo in termini di dimensioni e conterrà le stesse informazioni.

clut

Conclusioni.

Ricapitolando, le immagini indicizzate o CLUT sono molto utili in ambiti web o grafiche con variaizoni di colori minori o uguali a 256.

Nel prossimo articolo vedremo gli schemi di compressione più diffusi.

 

Fotografie vs Grafiche

Immagini differenti.

Ci sono due tipi di immagini: le immagini fotografiche e le grafiche. Le immagini fotografiche sono scene reali catturate da una macchina fotografica, analogica o digitale. La loro caratteristica peculiare consiste nella grande variazione di pixel, questi ultimi infatti assumono colori molto differenti nell’intera immagine. Le grafiche, invece, sono semplici immagini create con un programma grafico o disegnate mediante un software di paint come Adobe Photoshop. La loro pecularietà consiste in un range di variaizone colore molto più basso rispetto alle immagini fotografiche.

Se osserviamo da vicino una immagine fotografica, è possibile ammirare la variazione dei pixel anche distanti 1 sola unità gli uni dagli altri. Se si osserva invece una grafica fatta al computer, generalmente è difficile vedere variazioni di pixel distanti una solo unità. Un close-up su una grafica porterebbe a un’area di pixel quasi identici tra loro.

grafica

Immagini e compressioni.

La differenze tra le due tipologie di immagini porta anche uno schema di compressione differente. Un sistema di compressione senza perdita di qualità potrà trarre vantaggio dall’uniformità delle grafiche determinando immagine più più piccole in dimensioni su disco ma alto numero di informazioni. Lo stesso schema applicato su una grafica non funzionerebbe però su una immagine fotografica; la grande variazione di pixel infatti creerebbe una compressione così minima da essere pressochè identica all’originale: in più porterebbe anche a uno spreco di tempo durante il processo di compressione e decompressione. In questi casi si utilizza quindi uno schema di compressione diverso che porta alla perdita di alcune informazioni nell’immagine. Un buon rapporto di compressione può determinare immagini piccole visivamente non differenti dall’originale, almeno se viste dall’occhio umano.

Nel prossimo articolo vedremo le immagini indicizzate ( CLUT ).

 

Formati Immagine

Formati e Compressione.

Ogni immagine che riceviamo o forniamo al cliente ha un formato proprio e ci sono tantissimi formati differenti, ognuno ha pro e contro. E’ molto importante lavorare con i formati giusti, l’esportazione di un file non leggibile da un altro software crea problemi nelle successive fasi di lavorazione e la perdita di tempo è sempre legata a perdita di denaro. Un aspetto importante dei diversi formati è la compressione sui pixel che l’algoritmo di compressione applica. Il tutto si traduce in una perdita di qualità, inaccettabile in caso di successive lavorazioni. Un ulteriore aspetto da considerazire è la grandezza dei file. Spesso la scelta di un formato inadeguato può incrementare notevolemnte le dimensioni di un file ( spazio su disco ) creando non pochi problemi nello sharing ( banda, tempi di scaricamento, cpu più veloce per una rapida decompressione, ecc ). L’importante è ricordare che, se non si hanno mezzi molto potenti, è buona norma ottimizzare il workflow per ridurre i tempi di attesa, i quali sono punti morti in una produzione e portano solo a un dispendio di risorse, in altri termini salute e soldi .Nei prossimi articoli parleremo dei formati e soprattutto vedremo i diversi schemi di compressione. Parleremo anche particolarmente del formato exr e del rapporto tra grafiche e immagini fotografiche professionali.

formati

Nel prossimo articolo vedremo la differenza tra immagini fotografiche e grafiche.

 

Moltiplicare le immagini

Moltiplicazione e Maschere.

Moltiplicare le immagini è un lavoro molto comune per i compositori digitali, due o più immagini possono essere moltiplicate tra loro fondendo pixel in base ad algoritmi matematici. Se consideriamo una immagine Singola e una maschera bianco/nero, ne possiamo immaginare il prodotto. Considerando ogni punti bianco come 1 e ogni punto nero come 0, è chiaro che moltiplicando l’immagine per la maschera, tutti i punti neri verranno tagliati fuori. Le immagini bianco nero infatti svolgono principalmente la funzione di maschere e tendono ad isolare particolari oggetti o parti.

maskmask

Nel prossimo articolo vederemo i formati immagine.

 

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Giovanni Di Grezia