Software di Compositing : le basi.
Gli effetti visivi di cui abbiamo parlato nei precedenti articoli vengono tutti riprodotti utilizzando software ma la domanda sorge spontanea: come è possibile realizzare cosi tante cose con un solo software di compositing? In realtà i software di compositing fanno ben oltre le semplici operazioni, sono una sorta di toolbox con tantissimi strumenti utili per i vari casi, combinati tra loro fanno di tutto. I tool principali sono quelli dedicati al keying (buco) del bluescreen/greenscreen, correzione colore, animazione, tracking, morphing e blending tra immagini 2d. Tutti i software di compositing generalemnte permettono di vedere le nostre immagini a step, applicando pian piano tutti i filtri ed effetti di cui abbiamo bisogno; da una preview generica ci portano pian piano verso il rendering definitivo esportabile in differenti formati.
Software di compositing : Hardware vs Software.
I software di compositing, in ogni caso, differiscono per la quantità dei tool che posseggono e sopratutto la lorò qualità. I migliori software di compositing ovviamente sono quelli che ci permettono di ottenere il miglior resultato nel minor tempo possibile e tutto questo è possibile grazie ad algoritmi e studi approfonditi condotti da ingegneri delle diverse case di produzione software. Alcuni software hanno tool di morphing e altri no; alcuni hanno tool molto potenti sul rotoscoping, altri permettono semplicemente di discegnare una maschera. Di solito tutti i software di compositing hanno in comune la capacità di aggiungere plugin per aumentarne le funzioni. Cosa non da poco considerando che poter aggiungere funzioni ad un software consente agli sviluppatori esterni di poter integrare proprie soluzioni di resolving. I plugin sono cosi importanti che spesso una suite di plugin puù costare anche di più del software di compositing stesso.
I software di compositing possono essere divisi in due grandi fasce. I primi sono i software di compositing di medie grandi dimensioni e solitamente hanno hardware dedicato con software scritto esclusivamente per funzionare su determinate macchine, parliamo di Flame, Inferno, ecc. I secondi invece sono quelli di uso comune, scritti per poter girare su macchine con hardware discreto e giusti drivers, parliamo in questo caso dei conosciutissimi Shake, After Effects, Fusion, Nuke,ecc.
I sistemi hardware di solito costano migliaia e migliaia di dollari ma sono legati ai tempi di produzione: negli effetti visivi la velocità costa! I sistemi desktop invece costano molto meno, una singola workstation con relativo software può costare meno di 10000 euro. Sia i sistemi hardware, sia quelli desktop possono distribuire il carico di lavoro su più macchine, la quale rete prende nome di render farm. Non si tratta altro che di rack e rack di computer posti in stanze, i quali renderizzano i diversi frame in uscita per ridurre i tempi di calcolo. I software di compositing moderni hanno tutti una GUI, una interfaccia grafica per intenderci, dove tutti possiamo cliccare bottoni e pulsanti e fare le cose in modo rapido. Alcuni sistemi pero funzionano solo via riga di comando senza interfaccia grafica e molto spesso le render farm vengono gestite così. Un altro fattore da considerare è anche l’avvento delle utime soluzioni di programmazioni di Nvidia, Cuda. Cuda ha rivoluzionato il calcolo parallelo permettendo ai software di compositing di renderizzare usando la scheda video invece della cpu. E’ importante capire come la velocità influenza i costi e sopratutto l’investimento in determinate tecnologie.
Software di Compositing : Cuda e Iray
Nell’ultimo film di Michael Bay disponibile ad oggi “Transformers 3″ molti immaginavano un intero rendering basato su nurbs e Renderman ( software sviluppato dalla Pixar) ma in realtà il film è stato renderizzato usando un motore diverso ” Iray” utilizzando Cuda su Workstation Nvidia. Poligoni allo stato puro.
Nel prossimo articolo vedremo il compositing a nodi