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Scala di grigi

Scala di grigi e Bianco nero.

Le immagini in scala di grigi sono conosciute in molti nomi: immagini bianco nero, immagini a un canale, immagini monocromatiche. La varietà dei nomi deriva dal fatto che diversi settori hanno sviluppato termini differenti per definire la medesima cosa. Spesso è possibile trovare sinonimi in computer grafica a causa delle differenti discipline e team presenti nel settore. Le immagini in scala di grigi sono molto comuni in computer grafica, sia come carattere artistico, sia come pura funzione tecnica per il compositing digitale.

scala di grigi

Scala di grigi e Brightness.

Esempi di immagini in scala di grigi sono la fotografia in bianco nero e le matte ( maschere ) usate nel compositing. La immagini bianco nero hanno solo un canale rispetto alle immagini a colori. Ogni canale è rappresentato da uno spazio di memoria, indicato in bit. Ad esempio un canale a 8 bit può esibire 256 variaizoni di colori. Nell’esempio sottostante, il singolo canale di una immagine bianco nero rappresenta la sua Brightness ( luminosità) e il suo valore è espresso dalla risultante decimale della combinazione bianaria del canale stesso. In parole povere, una immagine bianco nero a 8 bit per canale può rappresentare una scala con 256 variazioni di grigio.

scala di grigi

Nel prossimo articolo vederemo i colori RGB.

 

Pixel

Pixel e Immagini.

Le immagini digitali sono divise in piccoli taglietti di colore chiamati pixel. Ogni pixel ha un colore solido, sono così piccoli da sfuggire all’occhio umano e messi assieme, in quantità milionesime, formano l’immagine che comunemente siamo abituati a vedere. Se ci avviciniamo allo schermo in modo considerevole, i pixel diventano visibili.

pixel

Pixel come elemento di una immagine.

I pixel sono collocati in pile che chiameremo array, per il computer o qualiasi altro strumento elettronico, è importante localizzarli. Di solito la posizione orizzontale dei pixel individua un asse che chiameremo x mentre i pixel disposti verticalmente individuano l’asse ortogonale che chiameremo y. Grazie a questi due parametri è possibile identificare qualasiasi pixel sulla nostra immagine.

Come detto precedentemente, i pixel hanno un colore solido. Variazioni di colore o textures non sono permessi all’interno dei pixel. Il termine è la risultante tra pix ( picture = immagine ) ed el ( element = elemento): si deduce quindi che pixel sta per elemento dell’immagine. I pixel da un punto di vista tecnico non sono altro che numeri digitali, non diventano colori finchè non abbiamo di fronte uno strumento di visualizzazione come una tv o un monitor di un computer.

Nel prossimo articolo vedremo la scala di grigi.

 

Immagini Digitali

Immagini digitali e VFX.

Prima di affrontare altri argomenti relativi ai vfx, è meglio chiarire alcuni concetti base riguardo la struttura delle immagini digitali. Vedremo infatti come le immagini digitali sono rappresentate all’interno degli schermi. E’ assolutamente importante capire qual è l’elemento base che caratterizza il digitale perchè il compositore ci lavora constantemente su. Vedremo anche gli altri attributi di una immagine come la risoluzione, l’aspect ratio, e la profondità dei bit. Tutte le immagini spesso vengono esportate in diversi formati e può essere difficile capire quale sia quello giusto da adottare.

immagini digitali

Immagini Digitali e i Pixel.

Le immagini digitali hanno una struttura, si basano su un singolo elemento che viene assemblato in massa per formare la nostra immagine. L’unità base di una immagine è il Pixel. I pixel vengono integrati in più livelli.

Nel prossimo articolo vedremo cos’è realmente un pixel nelle immagini digitali.

 

Compositing a Livelli

Compositing e After Effects

L’altro lato dei programmi di compositing è il layout a livelli, un esempio è After Effects. Il concetto dei programmi basati su livelli è fondamentalmente l’uso della timeline e dei livelli come in Photoshop. Il livello più in alto copre il livello piu in basso. Nel compositing a nodi la timeline e i diversi keyframe non vengono visualizzati contemporaneamente, si dà molta più importanza alla rappresentazione schematica dello spazio di lavoro. Cambia invece workflow di lavoro il compositing a livelli dove si dà priorità al timecode per organizzare il giusto sync dei diversi video. In realtà un compositing a livelli è molto simile a un editing video dove i diversi sorgenti vengono sovrapposti o tagliati e si vede in preview il risultato finale con una qualità più bassa.

compositing

Compositing e Target

In realtà i due approcci hanno un target differente. After Effects nasce come un software di motion graphics dove la maggior parte dei video viene caricata nel software sotto forma di singola traccia; vengono poi aggiunti livelli grafici ( vettoriali e non) e si ha quindi una timeline per spostare i  punti di in/out. After Effects viene comunque utilizzato anche in vfx ma la sua natura non lo rende il compagno ideale. Il compositing a nodi invece porta in secondo piano la timeline perchè lavora generalmente su singoli shot ( divisi in frame ). I livelli sono generalmente più pass (passaggi) di un rendering digitale e hanno medesima durata.  Il lavoro del compositore, infatti, è quello di compositare correttamente i diversi livelli e aggiungere dettaglio per rendere la scena realistica nel complesso.

Due tipi di compositing con molti elementi in comune ma con target leggermente diversi. Nel prossimo articolo vedremo le immagini digitali.

 

Compositing a Nodi

Compositing e FlowGraph.

Il compositing a nodi rappresenta un tipo di compositing caratterizzato dall’utilizzo di nodi rappresentanti ciascuno una fase dell’intero processo di manipolazione. Ogni nodo è connesso a un altro nodo il quale applicherà qualcosa al precedente. Tutti i nodi a cascata rappresentano il grafico di flusso o chiamato semplicemente flowchart, flowgraph.

compositing

Vantaggi del compositing a nodi.

Nell’immagine in alto, notiamo come due diversi nodi, rappresentanti ciascuno un file sorgente, vengono combinati mediante un altro nodo. Il gran vantaggio di lavorare con il compositing a nodi è quello di avere totale controllo visivamente su quello che succede, a step. Basterebbe scollegare in serie, dall’ultimo al primo nodo, per vedere nuovamente la nostra immagine di partenza. Ogni nodo può essere aperto per controllarne le caratteristiche: nell’esempio sopra il nodo idisplace avrà diversi parametri da configurare per ottenere l’immagine sulla sinistra. Un grande vantaggio del compositing a nodi consiste nella grande lettura da parte di un essere umano. Se consideriamo grandi shot in cui ci sono centinai e centinaia di nodi, diventerebbe davvero impossibile capire dopo qualche giorno dove si trova quel nodo che abbiamo creato giorni addietro. Fanno parte del compositing a nodi software come Nuke, Fusion, Shake. Ad opporsi al compositing a nodi c’è invece quello a livelli, a ricordarcelo di pensa After Effects che citeremo nel prossimo articolo.

Nel prossimo articolo vedremo: Compositing a Livelli

 

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Giovanni Di Grezia