Problemi nei Film e Video – Green e Bluescreen

Consigli e problemi.

L’utilizzo della migliore pellicola è sempre raccomandato. La grana è un fattore determinante durante il processo di keying e despill. La Kodak, ad esempio, con il modello SFX 200, si pone davanti a tutti per gli ottimi risultati ottenuti durante le riprese in green e bluescreen. Lo svantaggio è il prezzo.

Le pellicole a 16 mm oscillano notevolmente durante le riprese; questo movimento crea problemi durante il compositing ed è risolvibile in parte mediante l’utilizzo di software di image stabilization. Le pellicole a 16 millimetri presentano anche una composizione di grana maggiore rispetto a un 35 mm ed i relativi problemi sono visibili nelle zone di scarsa illuminazione e durante il keying.

Le camere digitali hanno sensori in grado di catturare lo spettro luminoso e la loro struttura determina la qualità dell’immagine. Nei greenscreen è fondamentale riprendere con camere che abbiano campionamento 4:2:2 o meglio ancora 4:4:4 ( parleremo del campionamento nei prossimi articoli). E’ necessario ridurre al minimo la compressione delle immagini, meglio ancora se non presente.

greenscreen

Effettuare una foto con un plate pulito durante una ripresa su greenscreen è una marcia in più per il keyer. Chiaramente se la camera non è ferma questa tecnica risulta inutile. Nel caso in cui si riprenda mediante il motion control, un plate pulito aiuta notevolmente il software a estrarre una buona maschera.

Se è necessario traccarre lo sfondo, posizionare almeno 3 tracker e assicurarsi che siano visibili in tutti i frame del girato; se qualche tracker viene coperto dal character, aggiungere ulteriori trackers. Utilizzare trackers a croce in modo da avere un punto di intersezione con forte contrasto durante il tracking. Posizionare i trackers in modo che la loro forma sia ben visibile durante tutta la ripresa. I colori dei trackers possono variare, spesso il colore non è fondamentale poichè verranno cancellati in post. Nel caso in cui si voglia cancellare i trackers mediante keyer, colorarli con lo stesso colore di backing ma con una leggereza variazione.

 

Filmare su Bluescreen e Greenscreen

Un buon plate.

Il punto di inizio per un buon compositing è un buon plate. Considerando che sia vero che gli artisti moderni riescono a fare miracoli anche con bluescreen molto rozzi, è improtante considerare sempre che un punto di partenza corretto porta sempre a un compositing corretto. Andiamo quindi ad affrontare cosa ci serve per creare un buon bluescreen. Quando parlo di bluescreen faccio riferimento anche al greenscreen, le differenze sono minime.

Effettuare errori nella creazione del set comporta notevoli problemi; anche se i compositor riusciranno in parte ad estrarre una buona matte, il tempo necessario sarà sicuramente maggiore rispetto a un plate preciso e come tutti ben sappiamo, più tempo vuol dire anche più soldi da dover spendere. Morale della favola: qualità finale degradata, più tempo speso, più soldi spesi.

bluescreen

Nei prossimi articoli affronteremo i diversi aspetti da considerare per un buon plate.

 

Multipass Compositing

Compositing e Mondo Reale.

Il mondo reale è complesso. Fin dagli albori della CG, ingegneri e artisti hanno sempre collaborato per cercare di portare un alto grado di realismo sullo schermo. Dopo i primi film degli anni 70 – 80, si è giunto a una conclusione: la realtà è dannatamente difficile da simulare. Ci sono tanti fattori che concorrono nel rendere una immagine simile al reale: illuminazione, materiali, effetti particellari. Man mano che l’hardware dei computer progredisce, la tecnlogia migliora ma spesso, questo aumento di qualità, si manifesta come un ulteriore tempo di calcolo. Risoluzioni sempre più alte e particolari non lasciati al caso spingono i render per frame verso traguardi orari sempre più alti.

Un passo importante nell’ottimizzazione di tutti gli elementi di un un render in cgi è stato la scomposizione della scena in passaggi. Ogni singola luce ( o gruppo di luci ), materiale ed elemento viene separato dalla globalità della scena e renderizzata a parte per essere compositato in un secondo momento: questo processo dà origine al pass.

compositing

Compositing e Pass.

I pass sono vantaggiosi poichè permettono una flessibilità maggiore nelle variazioni di elementi. Una luce, su richiesta del cliente, può essere modificata senza renderizzare tutti gli altri elementi. Una sedia in un angolo troppo scuro può essere illuminata in compositing ( essendo isolata rispetto al resto ) o re-renderizzata in termini decisamente più bassi rispetto alla scena intera.

Nei prossimi articoli vedremo un workflow base di compositing multipass basato su 5 elementi base: pass di diffuse, ambient occlusion, specular, reflection e shadow. Le case di post produzione con target il cinema spesso lavorano con più di 20 pass a scena.

Nel prossimo articolo vedremo i pass di diffuse e specular.

 

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Giovanni Di Grezia