Key, Matte, Alpha, Mask

Caratteristiche in comune.

Prima di approfondire l’utilizzo delle maschere nel compositing, è importante capire le diverse nomenclature. Spesso nei diversi software troviamo nomi che si riferiscono alle stesse cose. Il motivo di questa situazione è il lavoro contemporaneo svolto da diverse aziende del settore, ognuna della quali attribuisce un nome al proprio prodotto. In genere, le key, matte, alpha, mask sono la stessa cosa e si identificano in un canale monocromatico che informa il software di quali pixel tenere in considerazione e quali no. Vediamo di ricostruire le differenze tra le diverse nomenclature.

mask

  • Il key è spesso utilizzato al posto di matte, si riferisce ai pixel di foreground o background durante un greenscreen o bluescreen compositing. Il nome deriva dall’utilizzo dei primi strumenti di chroma-key e luma-key.
  • Matte è un termine che si alterna con key, in realtà sono esattamente la stessa cosa ma da un punto di vista etimologico è legato alla post produzione in-camera.
  • Alpha è un termine che indica i pixel di foreground di una immagine digitale. Il nome deriva principalmente dall’out delle immagini cgi in cui il matte viene memorizzato nel canale alpha del container.
  • Mask è un termine generico e spesso viene utilizzato come isolatore di funzioni. Ad esempio una color correction o una funzione di blu vengono limitate da una selezione, spesso fatta a mano.
 

Problemi nei Film e Video – Green e Bluescreen

Consigli e problemi.

L’utilizzo della migliore pellicola è sempre raccomandato. La grana è un fattore determinante durante il processo di keying e despill. La Kodak, ad esempio, con il modello SFX 200, si pone davanti a tutti per gli ottimi risultati ottenuti durante le riprese in green e bluescreen. Lo svantaggio è il prezzo.

Le pellicole a 16 mm oscillano notevolmente durante le riprese; questo movimento crea problemi durante il compositing ed è risolvibile in parte mediante l’utilizzo di software di image stabilization. Le pellicole a 16 millimetri presentano anche una composizione di grana maggiore rispetto a un 35 mm ed i relativi problemi sono visibili nelle zone di scarsa illuminazione e durante il keying.

Le camere digitali hanno sensori in grado di catturare lo spettro luminoso e la loro struttura determina la qualità dell’immagine. Nei greenscreen è fondamentale riprendere con camere che abbiano campionamento 4:2:2 o meglio ancora 4:4:4 ( parleremo del campionamento nei prossimi articoli). E’ necessario ridurre al minimo la compressione delle immagini, meglio ancora se non presente.

greenscreen

Effettuare una foto con un plate pulito durante una ripresa su greenscreen è una marcia in più per il keyer. Chiaramente se la camera non è ferma questa tecnica risulta inutile. Nel caso in cui si riprenda mediante il motion control, un plate pulito aiuta notevolmente il software a estrarre una buona maschera.

Se è necessario traccarre lo sfondo, posizionare almeno 3 tracker e assicurarsi che siano visibili in tutti i frame del girato; se qualche tracker viene coperto dal character, aggiungere ulteriori trackers. Utilizzare trackers a croce in modo da avere un punto di intersezione con forte contrasto durante il tracking. Posizionare i trackers in modo che la loro forma sia ben visibile durante tutta la ripresa. I colori dei trackers possono variare, spesso il colore non è fondamentale poichè verranno cancellati in post. Nel caso in cui si voglia cancellare i trackers mediante keyer, colorarli con lo stesso colore di backing ma con una leggereza variazione.

 

Bluescreen vs Greenscreen

Le principali differenze tra greenscreen e bluescreen sono riportate di seguito:

bluescreen

 

  • La scelta del colore potrebbe essere condizionata dal colore degli oggetti in scena. Se ci sono oggetti da non bucare di colore verde è meglio usare il bluescreen; se ci sono oggetti blu è consigliabile usare un greenscreen.
  • I keyer lavoraro bene su entrambi i colore di backing.
  • Il blu è più difficile da illuminare correttamente, specialmente nei set indoor. In questo caso viene quindi utilizzato il greenscreen.
  • Il bluescreen è raccomandato nei luoghi aperti sotto luce solare. Per eliminare le ombre meglio pianificare le riprese durante una giornata nuvolosa ma con buona intensità luminosa.
  • Il despill nel bluescreen è meno accentuato essendo un colore meno riflettente. I keyer riescono comunque a comportarsi egregiamente con entrambi i colori di backing.
  • Il bluescreen produce molta grana, sicuramente una percentuale maggiore rispetto al greenscreen e possono verificarsi problemi durante l’estrazione del matte, specialmente lungo i pixel periferici.
  • I sensori delle macchine da presa e l’illuminazione dei set rendono il greenscreen l’amico ideale per avere meno grana e una più facile illuminazione.
 

Il colore di backing

Greenscreen o bluescreen.

Ecco alcuni indizi per un corretto setup del colore di backing ( bluescreen o greenscreen )

greenscreen

 

  • Il colore deve essere uniforme, non deve essere riflettente e sopratutto non deve essere un verde o blu comune. Viene venduto da aziende e siti specifici anche in dosi minime.
  • Se è possibile colorare un pezzo di muro con più tonalità di verde provenienti da aziende differenti. Dare un video in pasto ai compositori per verificare quale colore è migliore.
  • Se viene utilizzato un tendone verde invece della pittura, è necessario che il greenscreen non abbia piegature e che sia quanto più uniforme possibile sia nell’installazione, sia durante la ripresa video.
  • Se si utilizzano più pannelli di greenscreen, si cerchi di evitare eventuali interruzioni e variazioni di luminosità.

Nel prossimo articolo vedremo la differenza tra greenscreen e bluescreen.

 

Degrain

Bluescreen e grana.

Un problema che affligge qualsiasi video o foto è la grana. In generale la grana è un artifatto che si verifica in assenza di luce, anche di notte l’occhio umano in una stanza buia e alla ricerca di luce produce grana. I sensori delle fotocamere sono più sensibili e gli impulsi elettrici producono maggiore grana in assenza di luce. L’iso infatti permette di regoalre la sensibilità dei mezzi digitali per evitare la formazione di grana dovuta a ipersensibilità.

Questo discorso verrà affrontato più avanti ma è importante capire come la grana influenza il matte da un greenscreen o bluescreen. Il blu è un colore più difficile da illuminare rispetto al verde e a parità di illuminazione presenta più grana. La grana varia da frame a frame e di conseguenza, durante l’estrazione di un matte, può danneggiare i pixel della maschera posti al confine tra il target e il background. Per evitare questo tremolio continuo, il keyer ha funzioni di degrain che permettono, anche selezionando un singolo canale, di eliminare in parte la grana mediante algoritmi proprietari. Il degrain può avvenire anche prima di un keyer e l’output verrà utilizzato solo per estrarre il matte. L’output finale avrà comunque i frame sorgenti poichè il degrain crea artefatti all’interno dei pixel; un altro motivo per cui si evita di un usare un video senza grana come compositing finale è la differenza di grana rispetto al background. In fondo ogni scelta è relativa poichè esistono tool che aggiungono grana al termine di un compositing.

degrainImmagini CGI.

Anche le immagini in cgi, qunado compositate su un background, vengono sottoposte a grana; sembrerà una cosa strana dopo aver fatto un rendering perfetto ma in realtà sono le imperfezioni che rendono una immagine totalmente complementare a un frame ripreso.

Nel prossimo articolo vedremo come filmare su bluescreen e greenscreen.

 

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