RGB

RGB e l’occhio umano.

L’occhio umano teoricamente dovrebbe vedere tutto lo spettro della luce ma in realtà è sensibile alle lunghezze d’onda del rosso,verde e blu (RGB). Otteniamo tutti i colori nel mezzo perchè il cervello unisce le porzioni di rosso, verde per ottenere il giallo ad esempio. Lo stesso trucchetto lo usano anche i display, gli lcd e gli altri dispositivi elettronici. Il nostro pixel viene scomposto nei tre colori primari che chiameremo RGB e la somma della componente di ciascun canale darà al pixel la sua tonalità solida.

rgb

Rispetto alle immagini bianco nere, ci troviamo di fronte quindi a immagini a più canali, nel nostro caso 3 e quindi RGB. Mentre precedentemente bastavano 256 sfumature di un singolo canale per comporre la nostra immagine, ora se vogliamo rappresentare un colore possiamo blendare le 256 varaiizoni del blu con le 256 del rosso e le 256 del verde. L’esempio è valido ovviamente se lavoriamo con immagini a 8 bit per canale. Ora è importante capire che ogni canale per i dispositivi digitali è semplicemente una scala di sfumature. Il rosso per il computer sarà una scala dai valori di luminosità  e andrà da 0 a 255 proprio come la scala di grigi vista precedentemente, lo stesso per il blu e per il verde. Le domande allora sorgono spontanee. Se i canali sono 3 e sono in scala di grigi, come facciamo a vedere i colori RGB? e visto che le immagini poi sarebbero a colori come facciamo a vedere quelle bianco e nero?

RGB e colori.

La risposta alla prima domanda è semplice. In realtà tutto ciò che è digitale è solo e sarà sempre un numero. Ciò che ci permette di vedere i colori RGB solo le lampade. Per avere un esempio più chiaro immaginiamo un proiettore, quest’ultimo avrà al suo interno 3 lampade di colore rosso,verde,blue. Ogni canale della nostra immagine dirà al proiettore con quale intensità dovrà accendere quella lampada. Se ad esempio vogliamo una immagine rossa, dei tre canali RGB, il rosso sarà a 255, mentre gli altri due a 0. Considerando lo standard RGB possiamo anche dire 255,0,0. Se ad esempio vogliamo un colore intermedio le lampade saranno regolate di conseguenza per blendare al meglio i colori. E’ importante capire che è solo un trucco per ingannare l’occhio, per fargli credere che ciò che sta vedendo in realtà emana luce propria con quella intensità. La scala digitale in input a un display quindi viene convertita in un valore elettrico che andrà ad alimentare il fosforo, la lampada o il led.

RGB e immagini bianco nero.

Come fa una immagine a colori a mostrare una immagine bianco nero? Semplice. Trasformiamo tutti i canali in un unico canale. Per far questo basta avere lo stesso valore su tutti e 3 i canali RGB. Se vogliamo un nero assoluto semplicemente non accendiamo niente, i pixel sono spenti e abbiamo quindi RGB 0,0,0: tra l’altro lo vediamo constantemente quando la nostra tv è spenta. Se vogliamo una immagine bianca allora basta dare 255,255,255 a tutti i canali. Avremo il bianco massimo assoluto. Se vogliamo un grigio intermedio possiamo far assumere ai nostri RGB un qualsiasi valore tra 0 e 255, ‘importante è che siano sempre linkati: 122,122,122 – 40,40,40- ecc.

Nel prissimo articolo vedremo le immagini a 4 canali.

 

Scala di grigi

Scala di grigi e Bianco nero.

Le immagini in scala di grigi sono conosciute in molti nomi: immagini bianco nero, immagini a un canale, immagini monocromatiche. La varietà dei nomi deriva dal fatto che diversi settori hanno sviluppato termini differenti per definire la medesima cosa. Spesso è possibile trovare sinonimi in computer grafica a causa delle differenti discipline e team presenti nel settore. Le immagini in scala di grigi sono molto comuni in computer grafica, sia come carattere artistico, sia come pura funzione tecnica per il compositing digitale.

scala di grigi

Scala di grigi e Brightness.

Esempi di immagini in scala di grigi sono la fotografia in bianco nero e le matte ( maschere ) usate nel compositing. La immagini bianco nero hanno solo un canale rispetto alle immagini a colori. Ogni canale è rappresentato da uno spazio di memoria, indicato in bit. Ad esempio un canale a 8 bit può esibire 256 variaizoni di colori. Nell’esempio sottostante, il singolo canale di una immagine bianco nero rappresenta la sua Brightness ( luminosità) e il suo valore è espresso dalla risultante decimale della combinazione bianaria del canale stesso. In parole povere, una immagine bianco nero a 8 bit per canale può rappresentare una scala con 256 variazioni di grigio.

scala di grigi

Nel prossimo articolo vederemo i colori RGB.

 

Pixel

Pixel e Immagini.

Le immagini digitali sono divise in piccoli taglietti di colore chiamati pixel. Ogni pixel ha un colore solido, sono così piccoli da sfuggire all’occhio umano e messi assieme, in quantità milionesime, formano l’immagine che comunemente siamo abituati a vedere. Se ci avviciniamo allo schermo in modo considerevole, i pixel diventano visibili.

pixel

Pixel come elemento di una immagine.

I pixel sono collocati in pile che chiameremo array, per il computer o qualiasi altro strumento elettronico, è importante localizzarli. Di solito la posizione orizzontale dei pixel individua un asse che chiameremo x mentre i pixel disposti verticalmente individuano l’asse ortogonale che chiameremo y. Grazie a questi due parametri è possibile identificare qualasiasi pixel sulla nostra immagine.

Come detto precedentemente, i pixel hanno un colore solido. Variazioni di colore o textures non sono permessi all’interno dei pixel. Il termine è la risultante tra pix ( picture = immagine ) ed el ( element = elemento): si deduce quindi che pixel sta per elemento dell’immagine. I pixel da un punto di vista tecnico non sono altro che numeri digitali, non diventano colori finchè non abbiamo di fronte uno strumento di visualizzazione come una tv o un monitor di un computer.

Nel prossimo articolo vedremo la scala di grigi.

 

Immagini Digitali

Immagini digitali e VFX.

Prima di affrontare altri argomenti relativi ai vfx, è meglio chiarire alcuni concetti base riguardo la struttura delle immagini digitali. Vedremo infatti come le immagini digitali sono rappresentate all’interno degli schermi. E’ assolutamente importante capire qual è l’elemento base che caratterizza il digitale perchè il compositore ci lavora constantemente su. Vedremo anche gli altri attributi di una immagine come la risoluzione, l’aspect ratio, e la profondità dei bit. Tutte le immagini spesso vengono esportate in diversi formati e può essere difficile capire quale sia quello giusto da adottare.

immagini digitali

Immagini Digitali e i Pixel.

Le immagini digitali hanno una struttura, si basano su un singolo elemento che viene assemblato in massa per formare la nostra immagine. L’unità base di una immagine è il Pixel. I pixel vengono integrati in più livelli.

Nel prossimo articolo vedremo cos’è realmente un pixel nelle immagini digitali.

 

Compositing a Nodi

Compositing e FlowGraph.

Il compositing a nodi rappresenta un tipo di compositing caratterizzato dall’utilizzo di nodi rappresentanti ciascuno una fase dell’intero processo di manipolazione. Ogni nodo è connesso a un altro nodo il quale applicherà qualcosa al precedente. Tutti i nodi a cascata rappresentano il grafico di flusso o chiamato semplicemente flowchart, flowgraph.

compositing

Vantaggi del compositing a nodi.

Nell’immagine in alto, notiamo come due diversi nodi, rappresentanti ciascuno un file sorgente, vengono combinati mediante un altro nodo. Il gran vantaggio di lavorare con il compositing a nodi è quello di avere totale controllo visivamente su quello che succede, a step. Basterebbe scollegare in serie, dall’ultimo al primo nodo, per vedere nuovamente la nostra immagine di partenza. Ogni nodo può essere aperto per controllarne le caratteristiche: nell’esempio sopra il nodo idisplace avrà diversi parametri da configurare per ottenere l’immagine sulla sinistra. Un grande vantaggio del compositing a nodi consiste nella grande lettura da parte di un essere umano. Se consideriamo grandi shot in cui ci sono centinai e centinaia di nodi, diventerebbe davvero impossibile capire dopo qualche giorno dove si trova quel nodo che abbiamo creato giorni addietro. Fanno parte del compositing a nodi software come Nuke, Fusion, Shake. Ad opporsi al compositing a nodi c’è invece quello a livelli, a ricordarcelo di pensa After Effects che citeremo nel prossimo articolo.

Nel prossimo articolo vedremo: Compositing a Livelli

 

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Giovanni Di Grezia